LICEO FERMI: IL
PROGETTO PER IMPARARE AD ARGOMENTARE E DIBATTERE
“Distinta…mente”,
discutere per crescere
Di
F. Petrarca, M. Mangiacrapa e A. Pellegrino
Nell’antica Roma, per coloro che
appartenevano ai ceti più elevati e che desideravano intraprendere la carriera
politica, di grande importanza era la scuola del rethor, il retore, il maestro di eloquenza che insegnava le
tecniche argomentative e l’arte di parlare in pubblico. L’arte di saper parlare
e persuadere è ritenuta altresì importante dal Dirigente Scolastico del Liceo
Scientifico Enrico Fermi Adriana Mincione, che dallo scorso anno scolastico ha
implementato il Progetto “Distinta…mente – argomentare e dibattere”, il cui
scopo è quello di sviluppare il pensiero critico dei giovani per
renderli adulti capaci di esercitare consapevolmente un ruolo attivo in ogni
processo decisionale.
La metodologia utilizzata per la realizzazione del Progetto è il debate che consiste in un confronto nel
quale due squadre, composta ciascuna di 4-5 studenti, sostengono e
controbattono un’affermazione o un argomento dato, ponendosi in un campo pro o
nell’altro contro. Dal tema scelto prende il via un vero e proprio dibattito,
una discussione formale, dettata da regole e tempi precisi, per preparare la
quale sono necessari esercizi di documentazione ed elaborazione critica. Al
termine del confronto l’insegnante valuta la prestazione delle squadre
assegnando un voto che misura le competenze raggiunte. Secondo
la prof.ssa Iolanda Riccardi, referente del Progetto, dibattere e confrontare
le proprie idee su un tema che riguarda i ragazzi da vicino li aiuta
nell’autovalutazione, nell’accettare e confrontare le proprie idee con quelle
altrui, nell’imparare a selezionare le fonti e nel migliorare la propria
consapevolezza culturale e l’autostima. Il debate,
quindi, allena la mente a considerare posizioni diverse dalle proprie e a non
fossilizzarsi su personali opinioni. Abbiamo quindi chiesto a un alunno-partecipante,
Gennaro Santoro, studente di IV I, cosa pensasse di questo Progetto: “Ho avuto la possibilità di partecipare anche l’anno scorso,
quindi quest’anno ero già preparato psicologicamente ad una simile situazione.
L’anno scorso sono stato fortunato, perché ho avuto l’occasione di collaborare
con ragazzi che erano di quarta e quinta: io essendo di terza ho avuto la
possibilità di imparare molto da loro. Si tratta di fatto di un Progetto che
non implica una stretta correlazione tra professore e studente, anzi al
contrario, viene data la possibilità di essere particolarmente liberi, quasi
sulla formula peer to peer che
ultimamente viene molto portata avanti. E quindi sì, ho avuto la possibilità di
imparare molto da persone che comunque considero miei amici. Posso dire che
l’assimilazione di queste informazioni è stata molto molto leggera,
assolutamente non forzata. Il dibattito che mi ha entusiasmato di più è
stato quello che verteva su digito ergo
sum, che era ovviamente un riferimento a Cartesio,
quindi a cogito ergo sum, però in un parallelismo con quella che è la realtà
contemporanea, quindi il rapporto che noi abbiamo con la tecnologia. Questo
dibattito è stato particolarmente entusiasmante perché era il primo approccio a
questo tema, infatti si fece in aula magna e parteciparono molte classi, quindi
vi fu davvero il piacere di parlare, dire la mia e al contempo di confrontarmi
con altre persone e di essere sostenuto dal pubblico che fondamentalmente erano
miei compagni.” L’entusiasmo di Gennaro, ci consente di affermare che il
saper dibattere e conoscere anche l’antitesi di ciò che si sostiene è il
miglior modo per crescere. Per questo quando gli chiediamo quanto il Progetto
abbia inciso sulla possibilità di prendere in considerazione tutti gli aspetti
di un pensiero su uno specifico tema, risponde: “È
molto importante aprire la mente, specialmente in questa fase della nostra vita
in cui è necessario recepire il maggior numero di informazioni possibili perché
dobbiamo formare la nostra persona. Chiudere i battenti a pensieri e opinioni
contrastanti alle nostre sarebbe davvero un suicidio per la nostra persona,
soprattutto alla nostra età. E quindi sì, ho avuto la possibilità, non che non
lo fossi prima, di aprirmi ancor di più a idee che magari in passato non avrei
accettato con molto piacere. Dunque consiglio questo Progetto a chiunque
voglia confrontarsi e approfondire tematiche interessanti e molto vicine a noi
e lo propongo ai miei coetanei anche perché spesso la scuola è carente sotto
questo aspetto e questo Progetto è molto utile nella formazione del singolo
individuo. Si riescono infatti a sviluppare incredibili abilità che insegnano a
collaborare, verbo che oggi è chiave di qualunque attività, come anche nel
passato.”